FRASE CELEBRE

"Il ciclismo mi mancherà certo, ma anche io, ne sono convinto, mancherò al ciclismo".

Marco Pantani


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venerdì 2 luglio 2010

I FANTASTICI OTTO DEL TOUR: 2 - LANCE ARMSTRONG

I FANTASTICI OTTO
In questa rubrica andremo di volta in volta a presentare e ad analizzare le chances di vittoria degli atleti, i quali, secondo noi, hanno con le possibilità maggiori di sfilare a Parigi con l'abito giallo...



Lance Armstrong - Radioshack
L'uomo in giallo. No non è il marito della signora in giallo, Jessica Fletcher, stiamo parlando dell'uomo con più Tour de France in bacheca: Lance Armstrong. Il Texano li ha vinti tutti di fila, dal 1999 al 2005, facendo una vera scorpacciata di maglie gialle e di tappe vinte. Ad impreziosire ancora di più l'albo d'oro di questo atleta, come se non bastasse, un mondiale in linea nel 1993 a Oslo, vinto davanti ad Indurain. Dopo aver sconfitto un cancro a fine anni novanta, è tornato più forte di prima diventando il re del Tour de France. Al Tour 2010 cerca una nuova impresa.

PADRONE DELLA CORSA. Lance è un personaggio controverso, quando si parla di lui non ci esistono le mezze misure, o lo ami o do odi; come Schumacher, Maradona, Jordan, Rossi, Federer . Per tutti i grandi campioni plurivincitori nello sport è così, non esiste il grigio, o è bianco o è nero. Quando si vince tanto, a volte troppo, si rischia di diventare antipatici. Certe volte per come si vince, altre perchè subentrano noti fattori che albergano nell'animo umano: l'invidia e lo scetticismo. Armstrong ha sempre vinto i suoi Tour non da cannibale, ma da padrone della corsa, e sono due cose diverse. I suoi Tour erano come controllati, sapevi che cosa poteva o non poteva succedere, cosa aspettarti e cosa no, come si sarebbe sviluppato il Tour, perchè il gruppo e la corsa erano controllati da un computer, un calcolatore, un capo, che erano Lance e il suo Team. Non c'erano emozioni, c'erano tappe che si susseguivano e secondi che si accumulavano e una corsa che procedeva secondo la sua volontà. Questo chiaramente per la superiorità palese dell'americano e della sua squadra che muovevano i fili della corsa con grande acume tattico. Atleta dall'ineguagliabile carisma ed intelligenza tattica, Lance correva solo nel mese di luglio, ogni tanto il Delfinato a giugno. Per il resto dell'anno non lo vedevi in nessuna corsa del Panorama internazionale. Riusciva ad arrivare in forma smagliante ogni anno nel mese di luglio, con una puntualità disarmante, che gli consentiva di vincere facile, cosa che avvenne sempre tranne nell'edizione 2003; quando Ullrich si degnò di allenarsi durante l'anno così da rendere la vita difficile al Texano ,che vinse con poco più di un minuto sul rivale. Gli altri Tour li vinse a man bassa. Uniche emozioni forse i duelli con Pantani, ma per merito di Marco capace di vincere e di correre emozionando come nessun'altro. Perchè quando correva Marco era come essere al cinema, ti mettevi in poltrona e sapevi che ogni cosa era possibile, era spettacolo puro. Quando correva Lance invece era come vedere un computer che eseguiva un programma, per carità perfettamente, ma senza regalare emozioni. Forse per quanto era forte, sapevi che avrebbe vinto, senza esitazioni.
Lance con la Us Postal prima e la Discovery poi segno un'epoca: appunto l'era Armstrong, un'era di dominio assoluto in cui la corsa francese parve in uno stato di coma farmacologico, così come i suoi avversari.

I FANTASMI DELLA VITTORIA. Con il susseguirsi dei suoi trionfi al Tour inizarono a serpeggiare nell'ambiente le prime voci maligne e le prime malizie. Molti i sospetti di doping, partendo dal caso di una presunta positività al 1999, fino alle dichiarazioni recenti di Landis. Tutte chiacchiere per il momento, Armtrong non è mai stato trovato positivo ad un solo test antidoping, e dal 2000 ad oggi ne ha fatti un centinaio ogni anno pubblicando , dal proprio ritorno alle corse, tutti i dati su internet. Si parte per tutti dalla presunzione d'innocenza, e questo vale a maggior ragione per un campione affermato. Nel 2005 sul podio di Parigi salutò tutti e ringraziò mettendo la parola fine alla propria carriera. Molti tirarono un sospiro di liberazione, il Re abdicava. La corona era vacante e lo restò per molti anni fino all'arrivo di un principe spagnolo che si prese con prepotenza trono e corona.

IL RITORNO DI "LE ROI". Anno 2009. "Le roi" is back, titolava un famoso sito web per il ritorno alle corse del Cowboy. Obiettivo? rivincere il Tour de France. A 38 anni? Questa la risposta più in voga all'epoca. Eppure Lance corse un Giro d'Italia di preparazione e lo chiuse 16° e al Tour salì sul terzo gradino del podio, dietro a due giovincelli. Robe da fantascienza. Quest'anno correrà, come ha recentemente annunciato, la sua ultima Grande Boucle con l'obiettivo di vincerla per l'ottava volta e diventare l'atleta più anziano ad aggiudicarsi la maglia gialla. Impresa proibitiva per un 39enne, ma quando sconfiggi il cancro vedi tutto da un'altra prospettiva.

L'età non è dalla sua e ci sono numerosi corridori giovani e altri nel fiore degli anni più quotati di lui. Eppure ha una squadra di campioni tutti pronti a lottare per la sua causa; a testimoniare il carisma di quest'uomo. In più ha esperienze e voglia, perchè questo ti spinge ad essere ancora in bici a 40 anni dopo che hai dimostrato già tutto il tuo valore. Salirà quindi in bici per l'ultimo Tour e l'ennesima battaglia con i rivali di sempre, in particolare Contador, a cui vuole strappare la gialla dopo le battaglie in casa Astana dello scorso anno. Comunque vada a Parigi girerà pagina e chiuderà un capitolo fondamentale della propria esistenza. Poi inizierà una nuova vita, con nuove sfide e battaglie, se vogliamo più proibitive. I rivali? I sospetti...e lo scetticismo, brutte bestie da sconfiggere, mica come l'Alpe d'Huez. In più Lance vuole portare avanti tramite Livestrong (la sua fondazione) la crociata contro il cancro. E li tutti dovremmo essere suoi gregari. Che lo amiate o lo odiate, merita il nostro rispetto.




2 commenti:

filippo ha detto...

rispetto si.. stima no..

Anonimo ha detto...

Bella cosa la presunzione d'innocenza, ma a volte...meglio credere alle chiacchiere!! :-) Quanto sembra lontano questo articolo ormai.
E quella frase " Armtrong non è mai stato trovato positivo ad un solo test antidoping, e dal 2000 ad oggi ne ha fatti un centinaio ogni anno pubblicando , dal proprio ritorno alle corse, tutti i dati su internet." Mah! Come si fa a credere ancora al ciclismo?