FRASE CELEBRE

"Il ciclismo mi mancherà certo, ma anche io, ne sono convinto, mancherò al ciclismo".

Marco Pantani


Vota il nostro blog

Cerca nel blog

PRIMO PIANO

lunedì 12 luglio 2010

RIccò trionfa in Svizzera: più forte di avversari e dolore

All'ombra del Tour de France si è corso a pochi km di distanza, nella settimana appena conclusa, il Giro d'Austria; e a vincerlo è stato un corridore che sta cercando di cancellare le ombre del proprio recente passato: Riccardo Riccò. L'italiano, secondo al Giro 2008, e squalificato nello stesso anno dalla Grande Boucle per positività alla CERA è tornato alle corse quest'anno tra le file del team Flaminia. Dopo il secondo posto per 12 centesimi al Giro del trentino dietro a Vinokourov, arriva per Riccò questo prestigioso successo dopo aver smaltito la delusione per il mancato invito all'ultima corsa rosa.
Il trionfo nella corsa austriaca è maturato in salita, sulle quali il modenese ha dimostrato di essere più forte degli avversari, visto i successi per distacco nei due principali arrivi in quota: Khizbuel e Grossglockner. A complicare tutto però ci si è messa una violenta caduta nella crono individuale prevista nel penultimo giorno di corsa; Riccò ha sbattutto violentemente ai 50 km/h contro una moto della TV austriaca riportando la rottura del setto nasale. Come a dire: il purgatorio per il ritorno non è ancora finito. Con caparbietà e sacrificio il leader della generale ha comunque terminato la prova mantenendo un vantaggio di 37" da amministrare sul secondo in classifica: lo spagnolo Pardilla.
Nell'ultima tappa scortato dalla propria squadra, e con una vistosa medicazione al naso, ha stretto i denti portando all'arrivo la maglia di leader e vincendo così la corsa che nel 2001 e 2004 vide il successo di Cadel Evans.

Riccò a 26 anni è tornato alle corse ricominciando a vincere e dare battaglia con i migliori, fin dalle sue prime ri-apparizioni in gruppo. Certo il talento e le potenzialità non mancano, la stessa cosa non si può dire però della testa. Ancora fresche infatti le cronache delle sue vicende di pratiche antispotive e le sue dichiarazioni di innocenza per non aver mai fatto uso di sostanze vietate, salvo poi ritrattare tutto. Tornare dall'inferno del doping, guardarsi dentro e dover fare i conti con i propri fantasmi e fallimenti del passato e doversi riconquistare la fiducia e il rispetto della gente è molto più difficile che scalare le montagne austriache, ma tutti meritano una seconda possibilità: anche Riccardo Riccò. Per ora il suo rivale più grande non ha una squadra, ne un numero sulla maglia, ne monta in bicicletta, ma ha un nome: scetticismo. I due anni di squalifica hanno pagato il conto con tribunali e federazioni, quello con i tifosi e gli appassionati è invece ancora aperto e risulta essere più salato.

Complimenti a Riccardo, ma la salita è ancora lunga e ci sarà da sudare, come sempre.


Nessun commento: