FRASE CELEBRE

"Il ciclismo mi mancherà certo, ma anche io, ne sono convinto, mancherò al ciclismo".

Marco Pantani


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martedì 4 maggio 2010

I PROTAGONISTI DEL GIRO: 2- CADEL EVANS



Cadel Evans, 33enne campione del mondo in carica, è una vecchia conoscenza del Giro d'Italia. Nel 2002, il giovane australiano ex campione di ciclocross, prese parte alla corsa rosa come gregario di Garzelli per aiutarlo ad attaccare in salita. A seguito della squalifica del capitano, Evans, il meglio piazzato in classifica del proprio team (la Mapei), viene lasciato libero di giocarsela e l'australiano non delude le attese. Nella prima tappa dolomitica Cadel veste la maglia rosa approfittando del miglior piazzamento rispetto ai rivali al via e del cedimento del tedesco Heppner. C'è da dire che in quel Giro la qualità dei partecipanti lasciò piuttosto a desiderare complici anche le squalifiche in corso di 3 grandi favoriti della vigilia come Garzelli, Simoni e Casagrande. La gioia per Evans durò comunque poco in quanto il giorno successivo andò in crisi sulla salita finale del passo Coe verso Folgaria arrivando al traguardo con 17' di ritardo dai primi. In quei momenti il volto stravolto dell'australiano suscitò compassione a molti telespettatori e tifosi assiepati lungo la strada, che solo allora capirono l'umanità di un corridore che ebbe il coraggio di ribellarsi alla prospettiva di correre un Giro da gregario e nonostante l'inesperienza riuscì a toccare l'apice anche se solo per un breve ma intenso giorno. Le lacrime al traguardo e la voglia di onorare la maglia rosa rimanendo in sella ad una bici che non ne voleva sapere di portarlo all'arrivo scolpirono il suo nome nel cuore di molti appassionati. Da allora sono passati 8 anni e molte cose sono cambiate nel Giro d'Italia, due fattori però sono rimasti: la partenza dall'Olanda e la presenza tra i protagonisti di Evans che sogna, come allora, di indossare la maglia rosa, stavolta magari fino a Verona. Si perchè il giovane Cadel in queste stagioni è diventato un ciclista maturo e completo tanto da diventare il migliore, imponendosi al campionato mondiale a Mendrisio lo scorso settembre. Nonostante le ultime stagioni non abbiano portato molta fortuna alle “maglie iridate” abbiamo buoni motivi per credere che sarà proprio Cadel a spezzare la maledizione riservata ai vincitori del mondiale. Sono passati 27 lunghi anni da quando il Giro d'Italia ha visto la vittoria di un campione del mondo in carica, l'Italiano Beppe Saronni. Cadel, che partirà col numero 1 sulla schiena, sa che è l'occasione buona per vincere la sua prima grande corsa a tappe, vista una condizione di forma eccellente come testimonia la vittoria della Freccia Vallone. Da grande scalatore Evans ha sferrato l'attacco decisivo sul “muro” di Huy, precedendo un fuoriclasse come Alberto Contador. Il 28 aprile si è poi cimentato nell'ascesa di Plan de Corones con altri scalatori come Pellizotti, Scarponi e Simoni tutti distanziati all'arrivo: “Sto bene. Molto meglio rispetto agli anni scorsi e sono contento della mia condizione” ha dichiarato l'australiano, il quale dice di essere pienamente concentrato sul Giro. Nonostante le doti in salita e il fisico esile (1,73 m x 64 kg) Evans nasce come cronomen, dote che ha mantenuto fino ad oggi come conferma il 5°posto ottenuto alle Olimpiadi di Pechino nella gara contro il tempo. Cadel (nome che in gaelico significa guerriero) è un corridore forse non stilisticamente bello da vedere ma proprio come suggerisce il nome caparbio e mai domo, dote preziosa in corse come il Giro, dove sono vietati cali di tensione e non bisogna concedere secondi a nessuno. Pur non essendo agli attuali livelli nelle passate stagioni Evans ha già dimostrato che le sue qualità sono utilissime ai fini della classifica come testimoniano in due secondi posti di fila ottenuti al Tour nel 2007 e nel 2008 entrambi con distacchi minimi dal vincitore (23 secondi da Contador e 58 da Sastre l'anno successivo). Nel 2009 invece è arrivato un altro podio stavolta alla Vuelta, dove è giunto terzo a un minuto e 30 dal vincitore Valverde. Quest'anno l'obiettivo è strappare un podio nell'unico dei 3 grandi giri che ancora manca al suo folto palmares. Il sogno è di concludere proprio sul gradino più alto per dimostrare a tutti che per vincere c'è bisogno di forza e tenacia senza contare che provieni da una terra che poco ha a che vedere con la bicicletta e che indossi una maglia arcobaleno che troppo a lungo è stata stregata....

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