FRASE CELEBRE

"Il ciclismo mi mancherà certo, ma anche io, ne sono convinto, mancherò al ciclismo".

Marco Pantani


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mercoledì 26 maggio 2010

17a TAPPA. CALMA PIATTA A PEIO TERME: VINCE MONIER

Per la prima volta in questo Giro 2010 vengono rispettate le previsioni della vigilia: ci si aspettava l'arrivo di una fuga e così è stato. Dopo cinque successi italiani consecutivi torna a vincere uno straniero: il francese Damien Monier della Cofidis si impone a Peio Terme su Danilo Hondo (Lampre) che chiude secondo e Steven Kruijswijk (Rabobank) che completa il podio della 17a frazione. Niente sorprese come detto, a parte il fatto che per la prima volta in questa edizione della corsa rosa possiamo parlare di tappa di trasferimento.
TAPPA DI TRASFERIMENTO.
Oggi c'era un arrivo in salita è vero, ma niente a che fare con salite come il Grappa, lo Zoncolan e Plan de Corones. Difficile poter fare selezione negli ultimi 3 km della salita (seppur impegnativi), anche se qualcuno come Vino o Evans con un arrivo in gruppo avrebbe potuto sfruttare la propria esplosività per conquistare un prezioso abbuono. Sembrava anche una tappa disegnata per scalatori scattanti come Cunego, Garzelli, Scarponi; ma per un giorno il Giro decide di essere scontato e tranquillo. In tanti però in gruppo si auguravano una frazione tranquilla con l'uscita di una fuga. Dopo pochi km parte puntualmente un gruppetto di attaccanti che viene però ripreso dagli uomini Lampre, segno che Damiano Cunego può provare a vincere la tappa. Al km 54 parte però la fuga decisiva: escono in 19 tra cui: Hondo, Monier, Stortoni, Marzano, Efinkim,
Kruijswijk, Moreno, Cummings, Ignatiev. Il corridore più vicino in classifica è Efinkim a 18' circa, già celebre fuggitivo a l'Aquila. Il gruppo stavolta lascia fare; davanti vanno forte, ma il gruppo maglia rosa lascia al massimo 12' di margine: la lezione dell'Aquila è servita eccome. Cunego che ha due compagni davanti deve lasciare ogni sogno di gloria, Garzelli sembra appagato dopo l'impresa di ieri, Scarponi pensa solo alla generale. Così la fuga procede verso l'arrivo con un vantaggio costante tra i 10' e gli 11'. Ai 29km dall'arrivo ci prova il russo Ignatiev che cerca di prendere vantaggio prima della salita, ma senza successo. A meno 18 km dall'arrivo il momento decisivo: nasce una fuga dalla fuga. Se ne vanno in tre: Monier, Hondo e Kruijswijk; dietro non sembra esserci accordo così Cummmings e Moreno escono dal gruppetto dei fuggitivi della prima ora per cercare di ricucire lo strappo. Ai piedi della salita finale i 3 al comando hanno 20" su Cummings e Moreno e 46" sui fuggitivi della prima ora. Sullo strappo finale Hondo perde subito le ruote dei due compagni di fuga; successivamente Monier con una pedalata a stantuffo, brutta da vedere ma efficace, stacca l'olandese Kruijswijk. Il francese della Cofidis si invola solo e conquista la sua pima vittoria dopo 6 anni da professionista; al traguardo appoggia la bici a terra e si siede incredulo guardandosi intorno sbalordito: per lui un sogno divenuto realtà. Nel finale Kruijswijk crolla e viene raggiunto e superato da Hondo, velocista che come una brava lumaca in salita va piano, ma arriva lontano.
LA CORSA NELLA CORSA.
Dopo l'arrivo dei primi inizia la salita il gruppo della maglia rosa. Dai primi metri di ascesa si mette davanti la Liquigas a fare l'andatura; non folle ma comunque alta. Gli uomini di Ivan Basso tengono ritmo sostenuto per evitare scatti di uomini di classifica e chissà magari recuperare qualche secondo alla maglia rosa Arroyo. Il gruppo, sotto i colpi degli uomini verdeblu, si riduce a una ventina di unità. Uomini come Simoni e Garzelli a cui non interessa la classifica generale si lasciano sfilare. Dopo l'eccellente lavoro di Smydz e Agnoli si mette davanti Nibali a lavorare per il proprio capitano. Sul traguardo arrivano tutti insieme con Scarponi che anticipa Nibali e Basso. Un attimo dietro francobollati arrivano Evans, Vino e Arroyo. Nessun distacco quindi tra gli uomini di classifica che arrivano a 9'e56" dal vincitore di giornata. Uniche eccezioni Sastre che perde 5" e Cunego 8".Stamani auspicavano una giornata tranquilla, ma dopo il traguardo voltandosi e vedendo la maglia rosa li dietro di loro ecco che quasi quasi se ne pentono. Certo non c'era il terreno per un'azione più incisiva di questa, la Liquigas ha fatto il possibile e ci ha provato. Come ha ricordato Ivan Basso questa mattina al via "
La cosa più importante è correre con l'atteggiamento giusto". Già per ora...aspettando il Mortirolo...li l'atteggiamneto e il terreno giusto potrebbero portare alla rosa...



Classifica generale.



Ordine d'arrivo 17a tappa.











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