FRASE CELEBRE

"Il ciclismo mi mancherà certo, ma anche io, ne sono convinto, mancherò al ciclismo".

Marco Pantani


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martedì 15 giugno 2010

CUNEGO: IL PRINCIPE PREDESTINATO.

Quando ti considerano un ragazzo prodigio sei condannato sempre a vincere, il fallimento non è contemplato. Se sei il piccolo principe del ciclismo italiano, figurarsi. Quante discussioni su questo corridore, pluripremiato nelle categorie dilettantistiche, che dopo il Giro vinto giovanissimo nel 2004 sembrava destinato ad un futuro radioso, ricco di vittorie e gloria. Non che i successi siano mancati; maglia bianca al Tour 2006, 3 Lombardia, 1 Amstel, 1 Giro del trentino e svariate tappe come farcitura sulla torta: povera però a detta di alcuni. La maglia rosa più giovane della storia era attesa alla conferma sulle strade del Giro, lo si immaginava lottare per il Tour, per i traguardi più prestigiosi. Molte di queste cose non si sono avverate. Spesso si sa, per non dire sempre, la realtà sa essere malvagia e crudele. Sa essere così dura, impietosa, tanto che il paragone tra ciò che immaginavi e ciò che si è realizzato ti condanna senza appello. Per Damiano è stato così; da anni porta il peso delle aspettative che il ciclismo italiano ha caricato su di lui. Con la morte di Pantani il mondo delle due ruote fu impaziente di trovare un nuovo idolo, un giovane fenomeno che potesse regalare nuove emozioni e raccogliere la pesantissima eredità del Pirata. Questo sembrava Damiano: un predestinato. In principio doveva essere il futuro Pantani, poi il vice Bettini...è rimasto Cunego: un corridore da cui non sai mai cosa aspettarti, quando lo aspetti delude e quando non te lo aspetti eccolo che arriva per sorprenderti. Negli anni si sono sviluppate numerose teorie: ha vinto il Giro troppo giovane e si è bruciato, è sopravvalutato, si allena male. Certamente non è mai stato costante, probabilmente è stato schiacciato dalle responsabilità affidate a un giovane ragazzo pieno di speranze, che altro non sognava se non riuscire a spremere fino all'ultima goccia i frutti del proprio talento.

Recentemente Mario Cipolllini ha scritto: "di Cunego non so più cosa pensare, quando lo aspetti c'è e quando non lo aspetti salta fuori. Inizio a credere che sia andato forte quando gli altri andavano piano".
Re leone, certamente re degli sprint, non di diplomazia e valutazioni. Come se sceso dalla bici si fosse dimenticato della fatica, delle difficoltà, del mondo delle corse. Certo se ti chiami Cipollini e hai il record di vittorie al Giro e sei stato Campione del Mondo 2002, puoi dire ciò che vuoi ci mancherebbe.
Questo però non è talento sprecato, non è l'eterna promessa. Stiamo parlando di un ragazzo, Damiano, che ha vinto un Giro a 22 anni e che ora ne ha 28. E' nel pieno della sua crescita fisiologica. In questi anni di maturazione ha comuque dimostrato che quando sta bene sa vincere corse di primissimo piano. Pochi si ricordano che ai mondiali di Varese 2008 giunse secondo dietro a Ballan. Avesse vinto sarebbe cambiato tutto. Cadel Evans fino a settembre 2009 era l'eterno secondo, l'eterno incompiuto, un piazzato. La linea tra vittoria e sconfitta è molto sottile, e un episodio, una corsa, una giornata, possono cambiare il giudizio di una carriera, basta andare in crescendo e non in calare. Cunego sa vincere e lo ha ampliamente dimostrato, è che tutti dal piccolo principe vogliono sempre la luna. Arriverà il suo momento, quando tutti diranno eccolo finalmente! E capiremo allora a cosa era predestinato...

E un ragazzo pulito, sempre al di sopra di qualsiasi sospetto di doping, in corsa l'impegno non è mai mancato anzi anche all'ultimo Giro ricordiamo le sue ottime prestazioni a Montalcino e sullo Zoncolan. Certo prese 3' da Basso, e molti avrebbero voluto vederlo con lui a lottare per ogni salita o per il Giro. Damiano però porta un bagaglio non indifferente, il peso delle aspettative della gente e di tutto l'ambiente, il macigno che l'etichetta del ragazzo prodigio ti mette sulle spalle.
Corridore da tappe o da classiche? A cosa deve puntare? Con il suo talento a tutto, ma è questione di slancio, di ispirazione, di correre liberi dalle pressioni e di riuscire a esprimere tutto il potenziale. Ha 28 anni, l'età è dalla sua, ma certo immaginiamo che si senta già troppo vecchio per ciò che può sopportare. Immaginiamo che molte mattine si svegli con la consapevolezza del suo talento, ma anche con la frustazione di non riuscire a spremerlo tutto fino in fondo. Quella sgradevole sensazione che qualcosa di importante ti possa attendere da un giono all'altro; ma non sai cosa e quando e la paura di non raggiungerla aumenta costantemente, mentre il tempo impietosamente passa e sembra sprecato. E ogni sera un nuovo tramonto si porta via un pò di speranza e un pezzetto di sogno. Il passato e i ricordi sono la cosa più bella che abbiamo e che ci resta, ma paradossalemte sono anche la cosa più dolorosa; perchè non tornano e perchè hanno una brutta abitudine: i paragoni col presente.
Il ciclismo italiano punti ancora su questo immenso talento, ci ripagherà, forse più di quanto abbia fatto finora. Il piccolo principe troverà la sua corona di Re.


"Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette, questo altro anno giocherà con la maglia numero sette.
"

2 commenti:

Manuel (Ciclismo PST) ha detto...

Intanto dico che la grafica del sito mi piace.
Sul "bocia" ormai me lo aspetto quando non ne parlano. Un po' come Bugno, anche se Gianni faceva a cornate con Indurain, Musseuw, Fignon, Lemond...
Un paio d'anni fa scrissi che a Cunego aveva fatto meglio la maglia bianca al Tour, che non la rosa del 2004, in quel Giro forse il meno difficile del decennio andato.
NOn l'avessi mai scritto; quante me ne sono sentite addosso!
Io cambierei squadra. Un DS un po' cattivo, da fargli capire che quel che gli manca è la testa. Un po' di cattiveria e basta con la paura di osare. Mancano 15 alla fine? Parti "bocia", e vada come vada!

Jeeper ha detto...

Si è vero il Giro 2004 è stato particolare, però ha dimostrato nel tempo si saper vincere. Anche se non come ci si aspettava. Io ho sempre la sensazione che non riesca per qualche motivo a dare il massimo...che sia come bloccato da qualcosa! Si forse cambiare aria gli farebbe bene...chissà si parlava della Sky l'anno scorso...Vedremo intanto in ottica nazionale rimane una delle prime punte se non la prima.