FRASE CELEBRE

"Il ciclismo mi mancherà certo, ma anche io, ne sono convinto, mancherò al ciclismo".

Marco Pantani


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mercoledì 2 giugno 2010

GIRO D'ITALIA 2010: LE NOSTRE PAGELLE.

IVAN BASSO: 9. Il suo Giro più che una vittoria sportiva sembra una favola rosa. Dopo due anni di squalifica e un 2009 di rodaggio torna ai suoi livelli e vince il suo secondo Giro d'Italia; e senza la fuga dell'Aquila con una gamba così avrebbe ammazzato la corsa rosa. Parte da Amsterdam per vincere, ma non è il favorito e ci sono dubbi sulle sue condizioni. Ivan nel corso delle tre settimane corre da Leader muovendo la sua corazzata VerdeBlu al meglio, fa da fratello maggiore a Nibali e compone col siciliano la coppia d'oro del ciclismo italiano, sul Grappa fa intravedere la sua freschezza in montagna, sullo Zoncolan demolisce tutti Evans compreso, sul Mortirolo corre con testa e torna in rosa all'Aprica dimostrando di essere nettamente il più forte. A Verona è l'apoteosi. Il Giro ci regala un'altra storia meravigliosa e il ciclismo italiano ritrova qualcuno in cui credere, un uomo prima che un campione, che è caduto ma ha saputo rialzarsi credendo in se stesso e in valori solidi come la famiglia, il lavoro e il sacrificio. Ci rimarrà impressa la sua espressione sullo Zoncolan: un mix di ostinazione, cattiveria agonistica, voglia di vincere e di ritrovare l'onore perduto. CAMPIONE RITROVATO.

DAVID ARROYO: 7. Il Gringo spagnolo fa impazzire la Liquigas che si danna anima e corpo per rimontargli i 10' di svantaggio accumulati dopo l'incredibile fuga Aquilana. E'qui che Arroyo ha obiettivamente costruito il suo secondo posto ma non è un alibi. Della cinquantina di corridori presenti solo lui è stato capace di resistere in salita dove ha sempre effettuato prestazioni dignitose limitando bene i danni. Nella tappa dell'Aprica onora la maglia rosa con un discesa da fare invidia al celebre falco Savoldelli anche se negli ultimi km paga dazio e perde il Giro sopratutto per la mancata collaborazione degli altri inseguitori; sulle altre salite si gestisce con intelligenza perdendo si minuti, ma senza andare mai in crisi. GUASTAFESTE

SASTRE: 4,5. Ce lo aspettavamo risorgere, nonostante le cadute in Olanda e i problemi alla schiena, tutti avrebbero scommesso nel suo solito inaspettato ritorno al vertice nell'ultima settimana; almeno per una vittoria di tappa. Invece nulla, non ha mai trovato la gamba giusta in questo Giro che lo vedeva tra i pretenti al titolo alla vigilia. Ci ha provato all'Aquila inventandosi con la sua squadra una fuga d'altri tempi, ma nelle tappe di montagna la gamba non ha sorretto la sua proverbiale furbizia tattica. Corre sempre in coda, ma stavolta non per abitudine o perchè è un diesel, bensì perchè ha poca benzina. Nella tappa del Gavia cerca l'azione da lontano ma viene raggiunto sul Tonale. Ha il rispetto di tutti che mai lo sottovalutano, ma per una volta dopo anni Sastre non è della partita e su ogni salita perde le ruote dei Big. I 5 mesi di stop e un pre Giro troppo blando la probabile causa di un onorevole, ma deludente, ottavo posto. IRRICONOSCIBILE


VINCENZO NIBALI: 8,5. Per uno che il Giro doveva vederlo in televisione il podio è certamente come una vittoria. Vincenzo è il gregario perfetto per Ivan Basso che deve ringraziare il compagno siciliano per l'immenso lavoro svolto. A partire dalla crono, dopo la quale si toglie anche lo sfizio di indossare la rosa per ben 3 giorni, il lavoro di Nibali è prezioso e decisivo anche nella sfortunata caduta di Montalcino dove guida Basso in discesa per limitare i danni. Nel giorno del Grappa corre da capitano scattando in faccia a tutti e andandosi a prendere un meritatissimo successo ad Asolo. Nelle ultime due tappe di montagna è suo il forcing che consente a Basso di incrementare il vantaggio all'Aprica e di compattare il gruppo nella discesa del Gavia. Chapeau. CAMPIONE DI DOMANI

MATTHEW LLOYD. 6,5. Nel Giro degli australiani questo semi-sconosciuto ex gregario di Cadel Evans si porta a casa la maglia verde e una vittoria di tappa: quella con arrivo a Marina di Carrara. Nei nostri cuori rimarranno però le sue dichiarazioni dopo la vittoria: "sono sotto shock" e soprattutto "il Giro è qualcosa di romantico". Queste parole dolci ci fanno capire come gli stranieri rispettino, amino e sognino la nostra storica corsa rosa, che dopo anni un pò grigi, sta riprendendo vigore, prestigio e spettacolarità, anche a confronto con il Tour. Lloyd a Carrara dopo una fuga durata tutta la gironata si prende la tappa e anche la maglia verde che indosserà fino a Verona. Le sue fughe e i suoi sprint per i punti della classifica verde ci rimarrano nella mente come la sua simpatia e le sue parole. Una volta le montagne si scalavano...ora gli australiani ci saltellano fino in vetta. CANGUROTTO.

CADEL EVANS: 7. Si presentava da grande favorito vista la strepitosa condizione dimostrata già alle classiche del Nord e almeno nelle primissime tappe non delude le attese: terzo nel prologo prende la maglia rosa il giorno dopo ma per lui è un mordi e fuggi. Troppo il ritardo accumulato a Middleburg (caduta altrui) e nella cronosquadre (BMC assente ingiustificata) per sfruttare il momento favorevole sulla carta. Ciò nonostante ha il grande merito di vincere a Montalcino e di resistere a Basso sul Grappa e su buona parte dello Zoncolan. Nella terza settimana paga il calo di condizione sul Mortirolo ma riesce ugualmente a piazzarsi a Plan de Corones e sul Tonale conquistando così una meritata maglia rossa. BRAVEHEART

ALEXANDRE VINOKOUROV: 7. Anche il leone kazako, 36 anni e non sentirli, arriva al Giro in grande condizione e punta ad indossare subito la maglia rosa cosa che gli riesce alla terza tappa. Dopo aver ceduto il simbolo del primato a Nibali se lo riprende a Montalcino dove resiste a fango e pioggia. Unica pecca la gestione della tappa dell'Aquila dove a lui più di tutti spettava il compito di ricucire lo strappo con i fuggitivi. Da allora non riesce più a tenere le ruote dei migliori in salita ma è sempre li, a poca distanza, battendosi spesso da solo tanto da provare addirittura la fuga da lontano nela tappa del Tonale per provare a far saltare il banco. Nell'ultima crono è il migliore dei big chiudendo terzo. SPINA NEL FIANCO

MARCO PINOTTI: 7,5. Alzi la mano chi se lo aspettava tra i primi dieci a Verona...Pinotti, ingegnere 34enne, ha vissuto in questo Giro una seconda giovinezza. Per lui, che aveva indossato la maglia rosa nel 2007 in un Giro che chiuse 18esimo, arriva un ottimo nono posto finale, miglior risultato in carriera. Pinotti ha corso sempre davanti comprese le tappe di Montalcino, del Terminillo e dello Zoncolan dove ha cercato di tenere addirittura la ruota di Ivan Basso, nonostante non sia uno scalatore bensì il campione nazionale a cronometro. L'unico rammarico per Pinotti è quello di non essere riuscito ad agguantare la vittoria di tappa, che ha sfiorato per 2 miseri secondi sul suo terreno favorevole, la crono finale. EVERGREEN


DAMIANO CUNEGO: 5. Non era mai successo prima del 2010 che la Lampre non riuscisse ne a vincere una tappa ne a piazzare un uomo tra i primi dieci in classifica. Il demerito maggiore non può che essere del capitano Cunego ancora una volta dimostratosi inadatto per una grande corsa a tappe. Il Giro del veronese è stato costellato da alti e bassi: molto male a nelle prove contro il tempo, Damiano ha saputo rialzare la testa nella tappa di Montalcino dove ha ceduto al solo Evans e nel Terminillo dove ha fatto lavorare la squadra per provare a far sua la tappa senza però riuscirci. Dopo un ottimo quarto posto sullo Zoncolan, è venuto meno nel momento decisivo: l'ultima settimana è stata da dimenticare e i 3' accumulati da Pinotti e Kiserlovski nella generale sono li a dimostrarlo. INCOMPIUTO

TYLER FARRAR: 7. Come velocisti ci aspettavamo Petacchi e Greipel, invece con 2 tappe vinte Farrar è stato lo sprinter migliore del Giro d'Italia 2010. Il suo obiettivo era ottenere una vittoria: torna a casa con il doppio rispetto a ciò che sperava e con la consapevolezza di essere maturato molto e di poter ambire ad essere uno dei più forti sprinter in circolazione. Ricordiamoci che ha 26 anni e che da molte stagioni viene al Giro per imparare dai migliori. La sua vittoria a Bitonto poi, con ultima curva ai 300 metri a oltre 60 all'ora senza tirare i freni resta la volata più bella e una delle fotografie di questo Giro. Unica pecca: dopo la tappa del Grappa fa le valigie e se ne va, ok i velocisti fanno così quando restano solo montagne, ma mancava la tappa per ruote veloci di Brescia... noi amiamo chi onora la nostra corsa col proprio sudore fino alla fine, così da poter riservare un'applauso anche quando non si è a lottare per la gloria. Ma tant'è...lui non ama le montagne bensì la velocità e gli sprint al cardiopalma. FLASH

BRADLEY WIGGINS: 5. La locomotiva britanica sembrava dovesse ripercorrere le orme dello scorso Tour dopo aver vinto il prologo e indossato la prima maglia rosa 2010. La caduta nella tappa di Utrecht avrà forse cambiato i suoi piani di classifica, sta di fatto che quando dichiara di essere in Italia per aiutare Cioni pochi gli credono: infatti Bradley tiene bene su salite come il Terminillo e il Monte Grappa dove prova addirittura un allungo. Il giorno dopo però sullo Zoncolan Wiggins improvvisamente si spegne e da allora arriva costantemente nel gruppo velocisti in tutti tapponi alpini. Non si capisce perchè, nonostante le montagne italiane siano un ottimo allenamento per il Tour (suo obiettivo stagionale) Bradley abbia concluso così male un Giro che lo credeva protagonista annunciato. SNOB

FILIPPO POZZATO: 6,5. E' lui che libera il Giro 2010 dall'incantesimo della vittoria straniera andando a vincere la tappa di Porto Recanati: frazione numero 12. Questa vittoria, ottenuta con la maglia di campione italiano, cambia colore al suo in Giro in quanto una vittoria era il suo obiettivo dichiarato fin da Amsterdam. Dopo averci provato senza successo nelle prime tappe stecca anche sullo sterrato di Montalcino dove però si erano mossi gli uomini di classifica. Pippo non perde però la testa e al momento buono nella tappa numero 12, all'indomani della fuga dell'Aquila, entra nel trenino dei Big vogliosi di riscatto e li brucia in volata. Poi onora il Giro terminandolo, pur sapendo che l'ultima settimana tutta in montagna era per lui pura sofferenza. Lo abbiamo visto più maturo e correre con più testa, l'augurio è che da qui in avanti riesca ad esprimere tutto il suo potenziale. INVERSIONE DI ROTTA

MICHELE SCARPONI: 7,5. In questo Giro Michele dimostra due cose: la prima è che può puntare al podio nei prossimi anni o comunque a fare classifica, la seconda è che con la sua simpatia avrebbe potuto fare certamente il cabarettista, fosse andata male con la bici. Invece gli va bene, e dopo i due anni di stop, anche lui torna pulito e a testa alta come Basso e conquista la vittoria di Tappa all'Aprica e un 4° posto finale che sa di tutto tranne che di medaglia di legno. Ottimo sul Terminillo e sul Grappa, sullo Zoncolan chiude terzo e paga un fuori giri compiuto per cercare di seguire Basso. Capisce i suoi limiti e sul Mortirolo partecipa all'azione più bella del Giro assieme alla coppia d'oro della Liquigas che poi batte in volata. Senza la fuga bidone dell'Aquila concluderebbe sul podio: forse è colui che paga l'errore col prezzo più alto. La prende col sorriso perchè sa che questo Giro cambia d'ora in poi la sua carriera. MAGLIA SIMPATIA


RICHIE PORTE: 8.
A 25 anni primo grande Giro a tappe della Carriera. Risultato? Chiude al 7° posto e indossa per tre giorni la maglia rosa dopo aver partecipato alla "Grande Fuga" dell'Aquila. Serve dire altro? Certamente si. Questo ragazzo va fortissimo a cronometro e si difende bene in montagna; ok non è mai stato con i Big, ma non è mai andato in crisi e si è gestito con grande intelligenza nonostante la sua poca esperienza; potete scommettere che ci saranno ampi margini di miglioramento. A tutti gli effetti è la rivelazione di questo Giro 2010 visto che dimostra di avere la stoffa del campione oltre che personalità e testa. Se mixate nel modo giusto queste virtù potrebbero dare eccellenti risultati. Così il volpone di Bjarne Riis scopre l'ennesimo talento e siamo pronti a scommettere che lo trasformerà in un corridore per corse a tappe. In bocca al lupo Richie. COME D'INCANTO: PORTE!

2 commenti:

filippo ha detto...

complimenti per i contenuti: veramente ricchi, interessanti e pieni di sapere ciclistico. potrebbero stare benissimo in una rivista specializzata di ciclismo.. anzi vista la carenza di giornalisti che sanno il fatto loro, non sarebbe male postarli su bs o cycling pro. Voto 8.5: competente..;)

Jeeper ha detto...

Grazie Filippo. I tuoi complimenti ci fanno veramente molto piacere. Soprattutto perchè anche te hai un blog di ciclismo molto curato e che sprizza passione da ogni post. Ho apprezzato molto la tua citazione su evans "vediamo ciorno per ciorno"...:)Comunque noi ci mettiamo tutta la passione che abbiamo per questo sport e cerchiamo di fare articoli piacevoli da leggere, ma anche competenti...poi chissà sarebbe bello che un giorno potesse diventare un lavoro...
Grazie ancora per il tuo voto!!!