FRASE CELEBRE

"Il ciclismo mi mancherà certo, ma anche io, ne sono convinto, mancherò al ciclismo".

Marco Pantani


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venerdì 18 febbraio 2011

I 90 anni di Alfredo Martini

Nel lontano 18 febbraio del 1921, in un'Italia che stava ancora subendo i postumi del primo conflitto mondiale, nacque Alfredo Martini nella città di Firenze. Un toscano che sarà definito atipico, un corridore che darà il meglio di sè nel dopo carriera come direttore sportivo.
Alfredo Martini è la biografia di un uomo partito da molto lontano per affrontare il proprio percorso personale: storie di un ragazzo che andava a lavorare da giovanissimo (poco prima che iniziasse la seconda guerra mondiale) e sopportava 10 anche 12 ore di turno in fabbrica pur tenendo sempre intatto e solido il sogno di legare la sua vita a quella della bicicletta.

Una sua celebre frase è: " Il ciclismo è bello perchè ti permette di pensare e riflettere mentre stai pedalando". Così lui pedala e pedala, e nel 1941 in pieno conflitto bellico, passa tra il mondo agonistico dei professionisti della due ruote a motore umano. Non sarà un campione assoluto ma riuscirà comunque a togliersi buone soddisfazioni, in particolare nell'annata 1950. In quel anno Alfredo Martini vince una tappa al Giro d'Italia, vestendo per un giorno la maglia rosa, classificandosi terzo nella graduatoria finale alle spalle di Kubler e Koblet.
Archiviata la carriera da corridore a fine anni'50 inizia due lustri più tardi quella di direttore sportivo, andando a vincere il Giro d'Italia 1971 con lo svedese Pettersson. Nel 1975 diventa commissario tecnico della nazionale azzurra ciclistica e da lì compirà delle autentiche imprese, una dietro l'altra, regalando pietre preziose al ciclismo italiano e ricevendo in omaggio la stima e l'affetto infinito di tutti gli appassionati di questo sport.
Moser coglie la maglia iridata in Venezuela nel '77, Saronni nel '82 in Gran Bretagna, Argentin nel '86 negli USA, Fondriest nel '88 in Belgio e la doppietta di Bugno targata '91 (Germania) e '92 (Spagna).
Una somma di vittorie in campo mondiale, con il simbolo del primato rappresentato da quella casacca bianca a 5 cerchi a cui ogni corridore aspira e sogna di poter conquistarla un giorno per indossarla un anno. 
Martini da corridore non è riuscito, non ha avuto occasione, era un periodo, il suo da professionista, in cui il tasso tecnico era altissimo e si sfidavano campioni dalle gesta eroiche ed eroi in sella alla loro armatura fatta di telaio, copertoni e manubrio. Campioni e duelli così intensamente veri da appartenere solo al passato passato oramai.
Martini da ct italiano ha portato la sua ottima visione tecnico-tattica che l'ha portato ad essere riferimento per tutti dentro e fuori al ciclismo. Nel 1991è stato fatto Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana oltre ad aver ricevuto innumerevoli riconoscimenti pubblici.
Auguri dunque a questa persona che tanto ha dato al ciclismo e che tanto i tifosi stimano e apprezzano.

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