FRASE CELEBRE

"Il ciclismo mi mancherà certo, ma anche io, ne sono convinto, mancherò al ciclismo".

Marco Pantani


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giovedì 20 maggio 2010

FINALMENTE UN'ITALIANO: PIPPO ALTA TENSIONE

All'indomani della fuga bidone e del terremoto in classifica generale, è iniziato un'altro Giro d'Italia: soprattutto per i corridori italiani. Sono proprio loro che nella 12a tappa battono un colpo e dicono: presenti! Il campione italiano Filippo Pozzato si impone in volata a Porto Recanati e libera il Giro 2010 dall'incantesimo della vittoria straniera; questo infatti è il primo succeso tricolore al Giro in ben 12 frazioni: un record. Con la vittoria di Pozzato il team Katyusha festeggia la seconda vittoria in questa corsa rosa dopo il successo nella frazione di ieri del russo Petrov. L'elemento però più importante di giornata sta nell'azione che ha contraddistinto l'ultima parte della corsa, dove gli uomini di classifica con orgoglio e coraggio hanno dimostrato di voler cercare di far saltare il banco del Giro di qui in avanti.

"TAPPA PER VELOCISTI". Quella di oggi doveva essere l'ultima ghiotta occasione per gli sprinter per cercare l'arrivo in volata; invece come spesso è accaduto in questa edizione il Giro ci ha riservato l'ennesima sorpresa. Frazione regolare nei primi km: parte una fuga, ma il gruppo sembra aver imparato la lezione del giorno precedente e tiene a bada i fuggitivi. Sono le squadre dei velocisti, Garmin e HTC su tutte, a tenere a bada gli attaccanti di giornata per poter giocarsi la vittoria finale sull'ampio rettilineo finale di Porto Recanati. Tutto procede secondo copione fino all'unica piccola asperità di giornata posta a Potenza Picena; 180 metri sul livello del mare. In questo tratto è Garzelli ad aprire le danze con un allungo dei suoi. Lo seguono prontamente: Scarponi, Nibali, Vino, Basso, Cunego e si inseriscono nella fuga anche finisseur di calibro come Pozzato e Voeckler. Il campione del mondo Evans rimane nel gruppo.

L'ABITO NON FA IL MONACO.I fuggitivi prendono un buon margine: sono determinati e si danno cambi regolari, mentre dietro in gruppo non c'è un'accordo per procedere all'inseguimento e ne approfittano gli uomini Liquigas e Lampre che si portano in testa al gruppo numerose volte per cercare di rompere i cambi e favorire i capitani in fuga. Nel ciclismo questo si fa da che mondo è mondo e i gregari dei Big dimostrano di saper fare bene il loro mestiere utilizzando queste tattiche astute. Lo capiscono tutti tranne che il CAMPIONE DEL MONDO: il signor Cadel Evans. L'australiano rimasto solo (i suoi compagni di squadra facevano fatica a tenere le ruote del gruppo) si rende conto che i suoi rivali stanno prendendo un buon margine e perde la testa prendendosela con i gregari che svolgono il loro onesto lavoro arrivando alle mani con Righi e Mazzanti. Evans non arriva ai pugni, ma viene letteralmetne alle mani contro gli uomini Lampre che a loro volte cercano di difendersi dopo l'aggressione subita. A fine gara Evans, che da campione del mondo dovrebbe dare l'esempio, verrà condannato a pagare una multa. Come a dire chi ne ha può permettersi di pagare i propri errori col denaro. Forse non fosse stato un protagonista del Giro e uno dei più forti corridori a livello internazionale l'avrebbe pagata più cara, magari con l'esclusione, riservata anni fa a corridori "normali" che si erano improvvisati pugili in gruppo. La giuria invece pensa che "The show must go on" e non può perdere uno dei suoi più attesi protagonisti, quindi dopo aver riammesso in corsa ieri 41 corridori arrivati fuori tempo massimo oggi utilizza lo stesso metro permissivo per un gesto di violenza in gruppo. Anni fa il ciclismo era fatto di uomini prima che corridori, anzi di gentiluomini, a cui saltavano i nervi certo, ma che tenevano bene a mente che il gioco di mani è gioco da villani. Per questo il ciclismo era uno sport per Gentiluomini.

CARPE DIEM. Negli ultimi km il gruppo si organizza, ma i fuggitivi si difendono bene e riescono ad arrivare all'ultimo km con 7" di vantaggio. Ai meno 500 scatta Vino che ci prova con una sparata; a ruota lo segue Nibali. Impossibile però involarsi per i due, Pozzato capisce che è la sua occasione e la sfrutta nel migliore dei modi. Fa valere la sua maggior esplosività e velocità e dopo aver tenuto la ruota dei Big sullo strappo di Potenza e aver collaborato in fuga, porta a casa una vittoria di tappa importantissima per lui dopo un inizio di stagione sfortunato come ricorda il vicentino:"Una vittoria che aspettavo da tempo. Finora è stata una stagione così così, sono veramente contento. Avevo bisogno di questa vittoria". Il gruppo arriva a 10" di ritardo. I Big (a parte Evans) guadagnano pochi secondi certo, ma con il loro orgoglio ferito dimostrano di avere l'intenzione di accendere il finale di Giro per potersi giocare le proprie possibilità di vittoria. Da qui a Verona c'è il percorso adatto per poter attaccare e con questa interpretazione di corsa ci potrebbe essere un'altro terremoto in classifica.


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